Nel periodo romano Gaeta divenne un famoso luogo di villeggiatura,
frequentato da imperatori, consoli e senatori
dell'epoca. Per facilitare i loro spostamenti
da Roma fu persino costruita una nuova strada
romana, la Via Flacca, che era più breve
e comoda della Via Appia.
Alla decadenza dell'Impero Romano Gaeta attraverso
un periodo buio caratterizzato da continui saccheggi
ad opera delle popolazioni barbariche e in seguito
dai saraceni.
Proprio per la sua caratteristica posizione e
conformazione Gaeta fu poi fortificata con cinta
murarie che ne difendessero le coste e sulle pendici
di Monte Orlando venne eretto il castello.
Le prime notizie sul castello si hanno nel VI
secolo, nella guerra contro i Goti, ma notizie
certe si hanno solo nel XII secolo, quando infatti
Federico II di Svevia venne a Gaeta durante la
guerra tra guelfi e ghibellini per costruire delle
fortificazioni per difendere il proprio territorio.
Nel 917 Gaeta divenne un ducato, Giovanni I Caetani
ne assunse il controllo come duca, e per due secoli
si rese autonoma dall'autorità imperiale,
ebbe una propria solidità militare, i proprio
organi giurisdizionali e la propria moneta, il
"follaro".
I Caetani mantennero il dominio sulla città
fino all'inizio del XII secolo quando, dopo l'invasione
normanna del 1140, il comando passò a Ruggiero
II di Altavilla, che lasciò inalterati
i privilegi e alcune autonomie della città.
In questo periodo Gaeta ricoprì un ruolo
politico di importanza secondaria.
Solo nel periodo Angioino (1266-1435) la città
tornò alla ribalta: fu residenza dell'antipapa
Clemente VII, l’erede al trono Ladislao
dei d'Angiò-Durazzo temporaneamente in
esilio vi celebrò le sue nozze e persino
la futura Regina Giovanna II visse e scelse di
farsi incoronare a Gaeta.
Dal 1435 al 1442 Alfonso d'Aragona fece di Gaeta
la propria base per la conquista del trono di
Napoli, durante questo periodo fù eretto
un nuovo castello, detto "Alfonsino"
mentre vecchio fù ampliato e unito al nuovo;
e vi furono aggiunte altre due cinta murarie (oggi
scomparse).
Con la dominazione spagnola nel 1504 Gaeta ricoprì
un ruolo strategico molto importante per cui fu
dotata di altre fortificazioni aggiornate per
resistere alle nuove armi da fuoco.
Fu con l'arrivo degli spagnoli che alcuni personaggi
politici, passati in disgrazia, vennero costretti
ad abbandonare Gaeta, tra cui Giovanni Caboto,
che si rifugiò a Venezia, prendendone la
cittadinanza 15 anni dopo.
Il 24 Giugno 1571, la flotta pontificia, comandata
dall'ammiraglio Marcantonio Colonna, salpò
per combattere i saraceni. Il comandante quattro
giorni prima aveva ricevuto da Papa San Pio V
lo "Stendardo di Lepanto", realizzato
in seta, che doveva essere issato sulla nave ammiraglia
pontificia; in quella occasione fece voto a Sant'Erasmo
che se avesse vinto avrebbe donato lo stendardo
alla Cattedrale di Gaeta. La battaglia si tenne
a Lepanto il 7 ottobre 1571, fu vinta e, al suo
ritorno, il comandante mantenne la sua promessa.
Nel 1734 Gaeta fu conquistata da Carlo III di
Borbone.
Nel 1848 Papa Pio IX si rifugio a Gaeta, a seguito
della proclamazione della Repubblica Romana ad
opera di Giuseppe Mazzini, e vi rimase per quasi
un anno.
Gli anni 1860-1861 segnarono la città e
furono conosciuti come gli anni dell'assedio Gaeta:
il 13 febbraio 1861, infatti, Francesco II di
Borbone si arrese all'assedio delle truppe del
generale Enrico Cialdini; finì così
di esistere il Regno delle due Sicilie e iniziò
l'Unità d'Italia ad opera dei Savoia.
Inizio così il lento declino di Gaeta come
centro di importanza politica e militare.
Nel 1897 il borgo di Gaeta, la frazione di gaeta
fuori le mura, diventò comune autonomo
sotto il nome di "Comune di Elena",
in onore della principessa e futura regina Elena.
Trent'anni dopo, nel 1927, i due comuni vennero
uniti nuovamente.
Durante il periodo fascista la città, che
storicamente apparteneva alla provincia di Terra
di Lavoro in Campania vene incorporata nell'allora
nascente provincia di Latina, allora Littoria. |