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La storia di Gaeta
Gaeta
Le origini del nome di Gaeta sono tuttora avvolte nel mistero, in tanti ne hanno parlato in passato.

Virgilio trovò la sua origine nel nome della nutrice di Enea, "Cajeta", che fu sepolta dall'eroe troiano proprio in quel territorio.

In seguito poi Dante confermò quanto scritto da Virgilio nell'Inferno.
Nel periodo romano Gaeta divenne un famoso luogo di villeggiatura, frequentato da imperatori, consoli e senatori dell'epoca. Per facilitare i loro spostamenti da Roma fu persino costruita una nuova strada romana, la Via Flacca, che era più breve e comoda della Via Appia.

Alla decadenza dell'Impero Romano Gaeta attraverso un periodo buio caratterizzato da continui saccheggi ad opera delle popolazioni barbariche e in seguito dai saraceni.

Proprio per la sua caratteristica posizione e conformazione Gaeta fu poi fortificata con cinta murarie che ne difendessero le coste e sulle pendici di Monte Orlando venne eretto il castello.

Le prime notizie sul castello si hanno nel VI secolo, nella guerra contro i Goti, ma notizie certe si hanno solo nel XII secolo, quando infatti Federico II di Svevia venne a Gaeta durante la guerra tra guelfi e ghibellini per costruire delle fortificazioni per difendere il proprio territorio.

Nel 917 Gaeta divenne un ducato, Giovanni I Caetani ne assunse il controllo come duca, e per due secoli si rese autonoma dall'autorità imperiale, ebbe una propria solidità militare, i proprio organi giurisdizionali e la propria moneta, il "follaro".

I Caetani mantennero il dominio sulla città fino all'inizio del XII secolo quando, dopo l'invasione normanna del 1140, il comando passò a Ruggiero II di Altavilla, che lasciò inalterati i privilegi e alcune autonomie della città. In questo periodo Gaeta ricoprì un ruolo politico di importanza secondaria.

Solo nel periodo Angioino (1266-1435) la città tornò alla ribalta: fu residenza dell'antipapa Clemente VII, l’erede al trono Ladislao dei d'Angiò-Durazzo temporaneamente in esilio vi celebrò le sue nozze e persino la futura Regina Giovanna II visse e scelse di farsi incoronare a Gaeta.

Dal 1435 al 1442 Alfonso d'Aragona fece di Gaeta la propria base per la conquista del trono di Napoli, durante questo periodo fù eretto un nuovo castello, detto "Alfonsino" mentre vecchio fù ampliato e unito al nuovo; e vi furono aggiunte altre due cinta murarie (oggi scomparse).

Con la dominazione spagnola nel 1504 Gaeta ricoprì un ruolo strategico molto importante per cui fu dotata di altre fortificazioni aggiornate per resistere alle nuove armi da fuoco.

Fu con l'arrivo degli spagnoli che alcuni personaggi politici, passati in disgrazia, vennero costretti ad abbandonare Gaeta, tra cui Giovanni Caboto, che si rifugiò a Venezia, prendendone la cittadinanza 15 anni dopo.

Il 24 Giugno 1571, la flotta pontificia, comandata dall'ammiraglio Marcantonio Colonna, salpò per combattere i saraceni. Il comandante quattro giorni prima aveva ricevuto da Papa San Pio V lo "Stendardo di Lepanto", realizzato in seta, che doveva essere issato sulla nave ammiraglia pontificia; in quella occasione fece voto a Sant'Erasmo che se avesse vinto avrebbe donato lo stendardo alla Cattedrale di Gaeta. La battaglia si tenne a Lepanto il 7 ottobre 1571, fu vinta e, al suo ritorno, il comandante mantenne la sua promessa.

Nel 1734 Gaeta fu conquistata da Carlo III di Borbone.

Nel 1848 Papa Pio IX si rifugio a Gaeta, a seguito della proclamazione della Repubblica Romana ad opera di Giuseppe Mazzini, e vi rimase per quasi un anno.

Gli anni 1860-1861 segnarono la città e furono conosciuti come gli anni dell'assedio Gaeta: il 13 febbraio 1861, infatti, Francesco II di Borbone si arrese all'assedio delle truppe del generale Enrico Cialdini; finì così di esistere il Regno delle due Sicilie e iniziò l'Unità d'Italia ad opera dei Savoia.

Inizio così il lento declino di Gaeta come centro di importanza politica e militare.

Nel 1897 il borgo di Gaeta, la frazione di gaeta fuori le mura, diventò comune autonomo sotto il nome di "Comune di Elena", in onore della principessa e futura regina Elena. Trent'anni dopo, nel 1927, i due comuni vennero uniti nuovamente.

Durante il periodo fascista la città, che storicamente apparteneva alla provincia di Terra di Lavoro in Campania vene incorporata nell'allora nascente provincia di Latina, allora Littoria.
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