La posizione trategica del
porto rese Minturno un importante snodo per i
traffici mercantili, poichè luogo di transito
tra la Campania ed il Lazio.
La colonia romana era divisa in due nuclei: lungo
la costa c'era la zona residenziale con ville
di importanti personaggi dell'epoca; sul fiume
e sulle colline si erano attrezzate delle zone
produttive agricole mentre presso la foce del
Garigliano sorgeva il bosco sacro della dea Marica.
Sotto il potere pontificio la città fu
distrutta dai Longobardi nel VI secolo e gli abitanti
si rifugiarono sul vicino colle fondando "Traetto"
che nonostante le cinta murarie e le fortificazioni
non riuscì a sottrarsi alla distruzione
dell'883 ad opera dei Saraceni.
Nel 915 ebbe luogo sulle rovine della città
romana la celebre battaglia del Garigliano che
pose fine alle scorrerie saracene.
In seguito la città di traetto passò
sotto il controllo di Gaeta e fu nuovamente distrutta
dagli Ungari.
Alla fine del X secolo fu donata all'abbazia di
Montecassino e nel XII secolo passò, dopo
essere stata conquistata dai Normanni, ai conti
dell'Aquila di Gaeta e poi ai Caetani.
Fino al 1806, anno di abolizione del sistema feudale,
fu prima di Prospero Colonna e poi dei conti Carafa.
Durante l'occupazione napoleonica, il giorno di
Pasqua del 1799, la città fu assalità
ed espugnata dalle truppe franco-polacche per
ritorsione verso i paesi che fiancheggiavano il
grigante anti-francese Fra Diavolo.
La città di traetto riprese poi nel 1879
l'originario nome di Minturno. |