Ponza è collegata quindi
al mito della maga Circe, la maga che, dopo aver
ucciso il marito, si trasferì a Ponza e
traformò gli uomini in animali e le donne
in sirene e che tentò di trattenere Ulisse
e le sue truppe.
Con l'arrivo dei Romani a Ponza arrivarono le
loro grandi ville e gli acquedotti ma anche gli
esiliati. Ponza infatti divenne casa di persone
scomode che avevano commesso reati contro lo stato
e il cristianesimo; questa cosa continuo quasi
fino ai nostri giorni, i fascisti infatti vi confinavano
gli uomini avversi al loro regime.
Il più importante tra i personaggi illustri
relegati sull'isola fu sicuramente San Silverio,
eletto Papa nel 536, dichiarato eretico da Theodora,
moglie dell'imperatore Giustiniano e esiliato
a Ponza dove morì l'11 novembre 537 e divenne
santo patrono dell'isola.
Nei secoli successivi l'isola subì numerosi
attacchi da parte dei Saraceni, che riuscirono
a conquistarla nell'845 d.C. e che furono sconfitti
e scacciati solo diverso tempo dopo dalle repubbliche
marinare di Gaeta e Amalfi.
Nel corso dei secoli l'isola venne lentamente
spopolata fino a quando, nel 1734, divenne un
dominio del Re di Napoli e il suo ripopolamento
fu affrontato promettendo ai coloni le infrastrutture
necessarie e con la costruzione di importanti
opere pubbliche (come il porto di Ponza, iniziato
nel 1775).
Inizialmente non si ebbero risultati, una buona
ondata di immigrati arrivò solo nel 1770.
I primi ad arrivare furono i coloni dediti all'agricoltura,
provenienti anche dalle terre campane colpite
nel 1771 dall'eruzione del Vesuvio, ai quali si
aggiunsero pescatori e marinai.
A questo periodo risalgono grandi opere militari
e non come Forte Papa, Frontone e il carcere di
Santo Stefano.
Nell'Ottocento, dopo una breve parentesi napoleonica
e inglese, l'isola torna al suo consueto e nel
1861 viene annessa all'Italia e collegata con
la terraferma dalla linea SPAN.
L'isola mantenne sempre la funzione di "luogo
di relegazione" per i personaggi avversi
al potere, prima per la corona, poi per il regime
fascista. Tra i tanti inviati sull'isola vi fu
anche il futuro Presidente della Repubblica Sandro
Pertini e lo stesso Benito Mussolini prima di
essere trasferito al Gran Sasso.
Il dopoguerra fu difficile ma ricco di cambiamenti,
dagli anni '60 si vide infatti un notevole aumento
del turismo sull'isola con un conseguente aumento
dell'edilizia e un repentino abbandono dell'agricoltura.
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